In Italia vi sono circa 3000000 diabetici, ben oltre la metà dei quali presentano una condizione di sovrappeso o di vera e propria obesità. In questi casi la dieta razionale ed equilibrata, affiancata alla pratica regolare e adeguata di attività fisica, finalizzata alla perdita di peso, resta il mezzo di primo intervento più efficace ed economico.
Cos’è il diabete? Come si può intervenire dal punto di vista nutrizionale?
Il diabete mellito origina da un difettoso utilizzo dei carboidrati da parte di alcuni tessuti dell’organismo (fegato, muscoli, tessuto adiposo) al quale fa seguito l’aumento del livello di zucchero nel sangue (iperglicemia). Ciò può verificarsi per diversi motivi:
- Se il pancreas smette di produrre insulina, ormone che permette l’ingresso dello zucchero (glucosio) nelle cellule: DIABETE TIPO I
- Se l’insulina viene prodotta in quantità ridotta rispetto al normale oppure addirittura viene prodotta più del normale (iperinsulinismo), ma non esplica correttamente la sua funzione (insulinoresistenza), quindi si verifica comunque iperglicemia: DIABETE TIPO II.
Si comprende quindi che in entrambe i casi risulta fondamentale seguire un’alimentazione
specifica, con particolare riguardo alla quantità e qualità dei carboidrati.
Il rapporto tra alimentazione e diabete è particolarmente stretto nel diabete di tipo 2, nella comparsa del quale è spesso coinvolta proprio un’alimentazione incongrua. L’ eccessiva introduzione di carboidrati, rispetto alle reali necessità, determina, infatti, l’aumento del fabbisogno di insulina da parte dell’organismo costringendo il pancreas ad una maggiore attività rispetto al normale: l’insulina che questo organo produce ad un certo punto non è più sufficiente per fronteggiare le richieste di ormone e quindi si può arrivare alla comparsa di diabete.
In altri casi (in presenza di obesità) il diabete compare ugualmente nonostante l’insulina venga prodotta in quantità ottimali: la causa è l’insulinoresistenza che si verifica a livello di tessuti specifici e quindi la glicemia risulta più alta del normale.
In entrambe i casi la dieta e la perdita di peso permettono di controllare il diabete: è sufficiente una perdita di peso del 5-10% del peso iniziale per migliorare il controllo metabolico del diabete, quindi prevenire tutte le complicanze ad esso associate.
Apporto calorico giornaliero e ripartizione fra i principi nutritivi nel diabete
Il paziente diabetico normopeso necessita di una dieta con lo stesso apporto calorico giornaliero di quello non diabetico, con l’obiettivo di mantenere il peso corporeo. In ben oltre la metà dei casi, però, il diabete si manifesta in soggetti sovrappeso od obesi, per i quali l’apporto calorico giornaliero dovrà essere sicuramente inferiore rispetto al fabbisogno dell’organismo, per consumare i grassi di deposito.
Anche nei diabetici l’alimentazione quotidiana deve apportare tutti i principi nutritivi. Gli alimenti contengono principi nutritivi, ovvero nutrienti, quali carboidrati, proteine, grassi, vitamine, sali minerali e acqua. Quesri apportano elementi ed energia di cui il nostro organismo necessita per svolgere le sue funzioni, quindi devono essere presenti nella dieta nelle giuste proporzioni. Ognuno di questi ha un suo ruolo specifico e necessario: i carboidrati e i grassi hanno funzione energetica e di deposito; le proteine hanno funzione plastica; le vitamine, i sali minerali e l’acqua svolgono un compito regolatore e/o protettivo nell’ambito delle diverse funzioni biologiche dell’organismo.
- In entrambe le forme di diabete vi è la necessità di contenere (e non eliminare) l’apporto di carboidrati, in particolar modo di zuccheri semplici ad assorbimento rapido (glucosio e saccarosio). Si devono quindi escludere dalla dieta tutti quegli alimenti che li contengono e dare invece la preferenza agli zuccheri complessi ad assorbimento lento (amido). La quota di carboidrati da introdurre giornalmente è del 50-55% delle calorie totali, di cui l’80% sotto forma di amido e il restante 20% da zuccheri come fruttosio e fibre.
Gli sgarri (es. un gelato, una fetta di dolce fatto in casa) sono concessi raramente ma è preferibile che avvengano nel contesto di un pasto ben bilanciato (e non a stomaco vuoto), ricco di fibre apportate da verdure, frutta e alimenti integrali , che rallentano l’assorbimento degli zuccheri semplici e contengono l’incremento rapido della glicemia. Il saccarosio, o comune zucchero da tavola, deve essere abitualmente evitato o sostituito con edulcoranti naturali, quali il fruttosio o la stevia.
- Le proteine rappresentano circa il 15-20% delle calorie totali: almeno 1/3 del totale devono essere di origine animale, per la necessità di apportare amminoacidi essenziali.
- I grassi devono fornire il rimanente 25-30% delle calorie totali, preferendo quelli di origine vegetale ad alto contenuto in acidi grassi mono- e poliinsaturi (es. olio extravergine di oliva), per il loro importante ruolo nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. E’ opportuno limitare gli alimenti ricchi in acidi grassi saturi e colesterolo (burro, interiora, formaggi grassi).
Infine è importante garantire il giusto apporto di vitamine e sali minerali rispetto al fabbisogno dell’organismo. La dieta per il diabete deve quindi contenere tutti i nutrienti in precedenza elencati, tenendo presente che in natura non esiste un singolo alimento che li contenga tutti. Pianificare i pasti utilizzando le diverse varietà di cibi necessari per un’alimentazione sana ed equilibrata, è il primo presupposto per un buon controllo del diabete e per il raggiungimento ed il mantenimento del peso corporeo desiderato.
Importanza della suddivisione dei pasti per il diabetico
La quantità totale di alimenti concessi giornalmente deve essere ripartita in tre pasti principali (colazione, pranzo e cena) intercalati da due o tre spuntini (metà mattinata, metà pomeriggio, prima di coricarsi), che diventano momenti fondamentali per il controllo glicemico. Uno degli alimenti migliori per la merenda è lo yogurt, che si ottiene per fermentazione del latte mediante l’aggiunta di particolari microbi, del tutto innocui, anzi benefici per l’organismo. A questo alimento si attribuiscono diverse proprietà benefiche:
- Effetto antibatterico con eliminazione, a livello intestinale, di microbi dannosi per l’organismo
- Proprietà antitumorali, soprattutto per il grosso intestino
- Stimolo delle naturali difese immunologiche dell’organismo, quindi protezione dalle infezioni
- Effetto sul metabolismo dei grassi, con riduzione del colesterolo.
Lo scopo della suddivisione della giornata in 5-6 pasti è quello di evitare sia i picchi iperglicemici subito dopo i pasti, estremamente pericolosi e principali responsabili della comparsa di complicanze vascolari, sia le ipoglicemie nell’intervallo tra i pasti, frequenti e più probabili nel diabete di tipo 1 e anche nel diabete 2 insulinotrattato. In quest’ultimo caso diventa fondamentale un altro fattore: la regolarità nell’orario dei pasti in rapporto alla somministrazione dell’insulina.
Può accadere che la quantità di nutrienti assunti, e in particolare di carboidrati, non sia sempre la stessa: in questo caso diventa necessario variare anche la dose di insulina che si inietta prima di un pasto. Perciò il paziente diabetico deve saper autogestirsi, e per tale motivo è stato messo a punto un particolare metodo di calcolo basato sul “conteggio dei carboidrati”, che permette di quantificare l’ammontare dei carboidrati che assume durante un pasto. Questo metodo viene elaborato dal diabetologo curante, partendo dal diario delle glicemie misurate dal paziente stesso e mettendo in relazione l’ammontare dei carboidrati assunti nel pasto e la quantità di insulina necessaria per il loro utilizzo: questo insegna al diabetico autogestire la propria terapia insulinica.
Il metodo dell’autocontrollo permette di verificare soprattutto l’andamento delle glicemie subito prima e circa 2 ore dopo l’inizio dei pasti e al momento di coricarsi, e in base a questo correggere le dosi insuliniche giornaliere.
Il ruolo dell’attività fisica nel diabete
La perdita di peso può essere incrementata ulteriormente con l’abituale pratica di moderata attività fisica e quindi con l’adozione di uno stile di vita sano e attivo. Può risultare utile spostarsi a piedi o in bicicletta e, nel caso non si possa evitare l’uso dell’auto, parcheggiare a una certa distanza dal luogo di destinazione e proseguire a piedi; scendere dall’autobus alcune fermate prima della meta e riprenderlo ad alcune fermate di distanza; recarsi a lavoro a piedi; evitare l’uso dell’ascensore e preferire le scale; utilizzare la forza fisica per svolgere mansioni domestiche (fare il bucato, pulire la casa); portare a spasso il cane; fare il giro del palazzo la sera dopo cena o uscire per buttare la spazzatura. Per incrementare l’attività fisica in casa si può utilizzare la cyclette, che aiuta a aumentare il dispendio calorico e a mantenere tonica la massa muscolare.
Nel diabete di tipo 2, soprattutto se associato al sovrappeso, la pratica di attività fisica diventa indispensabile, sia perché ottimizza il processo di dimagrimento, determinando un calo ponderale soprattutto a scapito della massa grassa, riducendo al minimo la perdita di massa magra (muscoli), con molti benefici che ne conseguono tra cui, in primis, il miglioramento del compenso metabolico del diabete. Importante è anche l’idratazione: l’acqua è un vero e proprio alimento che sta alla base della piramide alimentare mediterranea ed è necessario assumerla regolarmente. Rappresenta l’alimento ideale per il diabetico perché non apporta calorie, a differenze di tutte le altre bevande, fatta eccezione per thè, tisane e caffè (non zuccherati) che apportano calorie sotto forma di zuccheri (succhi di frutta, energy drink, bibite di vario tipo).
L’attività fisica inoltre:
- Migliora la funzione respiratoria
- Migliora l’apparato cardiocircolatorio
- Riequilibra la concentrazione di grassi nel sangue, con riduzione dei trigliceridi, del colesterolo totale e aumento del colesterolo buono HDL
- Migliora l’eventuale ipertensione arteriosa
- Migliora la tolleranza al glucosio
- Favorisce la riduzione dell’insulina in circolo
- Arreca benefici psicologici.
Quindi, l’attività fisica regolare svolta per almeno 30-40 minuti al giorno, può essere di grande aiuto al paziente diabetico, soprattutto se praticata subito dopo i pasti, momento in cui la glicemia tende ad essere più elevata.
Dott.ssa Ilaria Aquilea
BIOLOGA NUTRIZIONISTA