L’iperplasia prostatica benigna è una condizione molto frequente tra gli uomini in età avanzata, basti pensare che essa colpisce l’8% degli uomini nella quarta decade di vita fino a oltre il 90% nella nona decade di vita. Tale condizione è associata frequentemente ai cosiddetti sintomi delle basse vie urinarie, i quali si dividono in sintomi irritativi, ostruttivi o una combinazione di essi. I sintomi irritativi comprendono disuria, nicturia, pollachiuria, urgenza minzionale; mentre i sintomi ostruttivi racchiudono sintomi quali sensazione di incompleto svuotamento vescicale, dolore durante la minzione, esitazione minzionale, ipovalidità del mitto.
Data la grande diffusione di questa condizione tra la popolazione maschile soprattutto a partire dai 50 anni, si sente parlare sempre di più di prevenzione e in questo senso sono sempre più numerosi gli uomini che si sottopongono regolarmente a visita urologica, durante la quale al fine di raggiungere una diagnosi più precisa possibile vengono richiesti diversi esami diagnostici, tra i quali non si può non parlare dell’Uroflussimetria. A questo punto è lecito chiedersi: “In cosa consiste l’Uroflussimetria?” “Quando devo farla?” “A cosa serve?”
Innanzitutto per Uroflussimetria si intende un esame non-invasivo, di facile esecuzione che consente in breve tempo di registrare elettronicamente il flusso urinario del paziente, misurandone la potenza massima e media, il tempo impiegato per urinare, seguita da una valutazione del residuo post-minzionale con l’ausilio di un’ecografia vescicale sovrapubicale permettendo così di poter eseguire una valutazione oggettiva della minzione del paziente. In tutto ciò al paziente viene richiesto solo di urinare all’interno di una comoda che simula un water. Che aspettate?